L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute non come assenza di malattia ma come la presenza di benessere fisico, sociale e mentale. Salute è buona qualità della vita, unione di benessere psicofisico e relazionale, considerando anche le sue componenti sociali ed economiche.
Io sono una psichiatra che lavora a Cagliari nel Servizio pubblico, mi occupo di pazienti e famiglie che mostrano sofferenza psichica. La salute mentale occupa un posto importante nella definizione di salute perché si dice anche, sempre secondo una definizione dell'OMS, che non esiste salute senza salute mentale. La correlazione tra istruzione, situazione socioeconomica e ambiente è diventata per me nel tempo sempre più importante e negli ultimi mesi sono diventata ancora più sensibile a questi temi dal momento in cui ho iniziato il mio impegno politico nella mia regione e nella mia città. Ho scritto questo pezzo per dare forma al mio pensiero politico e per evidenziare quanto si possa e si debba fare anche a livello locale.
L'accesso all'istruzione e la possibilità di avere un lavoro che permetta una vita dignitosa sono i punti di partenza che devono avere tutti i cittadini per potere essere integrati nella società e avere possibilità di scelta (“pieno sviluppo della persona umana” così come definito dalla Costituzione Italiana).
È dimostrato che la poca istruzione e le condizioni socio-economiche incidono su speranza di vita, malattia e mortalità. Vivere in una situazione di scarsità economica o essere poco istruiti porta inevitabilmente a non avere la possibilità di accedere alle cure. Da una parte, il Sistema Sanitario Nazionale italiano, a causa del sottofinanziamento ma non solo, non riesce a garantire a tutti le cure, quindi chi può permetterselo economicamente paga e chi non ha disponibilità e non può pagare non si cura; dall'altra, la poca istruzione non permette di avere gli strumenti necessari per poter avere cura di se.
Il titolo di studio è fortemente collegato ad alcune patologie: per esempio, l'ipertensione, le malattie cardiovascolari, l'obesità sono più frequenti nelle persone poco istruite. Alcuni esempi: l'ipertensione colpisce il 43% delle persone che ha solo la licenza elementare e la percentuale scende andando avanti con gli anni di studio. È poi ipertesa una persona su 4 tra chi dichiara di avere molte difficoltà economiche (contro 1 su 6 di chi non ha problemi economici), l'obesità è presente nel 14,5% delle persone con basso titolo di studio e nel 6% in quelle più istruite, rinuncia alle cure per motivi economici il 69% delle persone poco istruite e il 34% dei laureati.
Anche l'accesso agli screening oncologici è ridotto nelle persone poco istruite. Allo stesso modo, contare su un unico stipendio molto basso può rivelarsi letale quanto fumare o avere il diabete. E questo perché non ci permette di scegliere davvero il nostro stile di vita. Anche in Italia, un quarto delle morti da tumori è associato a bassa istruzione.
Altro punto fondamentale riguarda il rapporto tra Salute e ambiente. Partiamo dal concetto che senza un ambiente sano è difficile essere in salute, ossia la salute è possibile solo con un cambiamento dell'ambiente in cui si vive. E quando parliamo di ambiente intendiamo nel senso del clima ma anche dell'ambiente urbano che riguarda le città, del verde e dell'urbanizzazione. E anche degli stili di vita.
Il modello “One Health” considera necessario l'approccio integrato e unificante per bilanciare e ottimizzare la salute delle persone, degli animali e dell'ambiente, ossia la salute degli esseri umani, degli animali e degli ecosistemi è strettamente interconnessa. È un modello non recente ma che ultimamente ha ripreso spazio ed è stato riproposto con sempre maggiore forza anche dall'ufficio europeo della OMS.
Se ci inoltriamo nel discorso legato alle città e all'urbanizzazione, ricordiamo che sono sempre in aumento gli spostamenti della popolazione verso le città, con tutti i conseguenti problemi, può essere importante esaminare almeno brevemente alcuni concetti. Uno di questi è quello della rigenerazione urbana. La rigenerazione urbana si occupa di promuovere il miglioramento dell'ambiente urbano attraverso la gestione integrata degli aspetti fisici e degli aspetti sociali e “sostenendo l'attivazione dell'intelligenza collettiva”.
Riguarda per esempio la riqualificazione, riuso, e recupero del patrimonio edilizio, arrivando alla rigenerazione di quartieri e di parti della città per arrivare a gestire i cambiamenti climatici attraverso azioni concrete di adattamento e miglioramento dei sistemi insediativi. Quindi è rivolta alla tutela del suolo, ma non solo, anche alla tutela del tessuto sociale all'interno delle città. Per fare questo è necessario integrare le conoscenze urbanistiche (il verde, la presenza di fabbriche, la mobilità) con quelle sanitarie (situazione demografica e epidemiologica) e con quelle sociali (sicurezza, presenza di associazioni di quartiere, volontariato), svolgendo quindi anche un'azione che riguarda la mappatura delle condizioni di salute e di benessere delle zone della città
Nell'agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile vengono stabiliti 17 obiettivi da mettere in atto per riuscire a raggiungere un miglioramento globale del pianeta attraverso la lotta alla povertà, la produzione di azioni di pace e prosperità e attraverso azioni che proteggano il pianeta e il suo ambiente. Nell'obiettivo 11 si parla di “rendere gli insediamenti urbani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”, promuovendo quindi azioni urbane che riducano i rischi, compresi quelli climatici e delle emissioni dei gas serra. Queste azioni devono essere svolte sia con interventi a livello nazionale e regionale sia con azioni a livello locale.
I Comuni infatti hanno la possibilità di intervenire su spazi urbani come piazze, parcheggi, quartieri degradati, comparti dismessi, mettendo in atto azioni di contrasto all'inquinamento e al cambiamento climatico, per esempio introducendo dove manca il verde pubblico, creando strade alberate e ombreggiate che riducano il calore e migliorino la qualità dell'aria, agendo con interventi che migliorano la gestione delle acque (per esempio con i giardini della pioggia e i parchi urbani inondabili) sino alla realizzazione dei più complessi eco-quartieri.
Queste soluzioni basate sulla natura hanno come scopo quello di mantenere e restituire permeabilità ai suoli urbani, di introdurre la vegetazione che a sua volta agisce contemporaneamente sulla gestione sostenibile delle acque, sul miglioramento del microclima e sul contrasto al calore.
I comuni hanno anche la possibilità di intervenire sull'inquinamento atmosferico agendo sulla mobilità (strade, parcheggi, piste ciclabili, trasporto pubblico, car e bike sharing) e sull'inquinamento acustico gestendo gli spazi pubblici. Gli spazi pubblici devono essere intesi come gli spazi della socialità, dell'integrazione e dell'inclusione che devono quindi essere garantiti come patrimonio di tutti. E le persone riescono a stare bene nei luoghi pubblici se si sentono al sicuro, se si trovano in una condizione di comfort e benessere psicofisico, se percepiscono una buona qualità della vita.
Il perseguimento di tale obiettivo, che può apparire ad un primo sguardo ambizioso, deve comunque passare attraverso la tutela di alcune garanzie quali il diritto al verde, al benessere, alla salute, alla accessibilità e alla mobilità attiva. È necessario quindi includere la salute nello sviluppo urbano perché è un fattore di crescita e coesione nelle città e tra le persone ma è anche un fattore di inclusione sociale.
Come ultimo punto vorrei analizzare il rapporto tra Salute e diseguaglianze. Se è vero che cittadini meno istruiti e poveri hanno maggiori difficoltà ad accedere non solo ai percorsi sanitari ma anche ai percorsi di prevenzione e promozione della salute, è necessario anche lavorare affinché le diseguaglianze si riducano. E quando si parla di diseguaglianze si intende anche porre attenzione ad altri gruppi di cittadini quali le persone con problemi di salute mentale, le donne, i migranti, le persone LGBT, le minoranze, gli anziani, quelle che vivono in una situazione di solitudine e di isolamento sociale, i bambini e i giovani. Ricordiamo che godere del più̀ alto standard di salute raggiungibile è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano. Allo stesso tempo è importante procedere per far sì che si assicuri l'equità sanitaria perché anche percorrendo questa strada si può produrre prevenzione e salute.
Per concludere: è fondamentale ragionare immaginando una rete che collega istruzione, lavoro, ambiente e salute, immaginandoli come punti interconnessi tra di loro e in totale relazione. E avendo in mente che tale relazione può essere disfunzionale e quindi patogena e generatrice di malattia (nel senso più ampio del termine) oppure sana e funzionale e quindi generatrice di salute.
Pertanto, si deve dare priorità alle politiche integrate che includano non solo la sanità ma anche l'occupazione, l'istruzione, la digitalizzazione, la protezione sociale, la sicurezza finanziaria, la pianificazione urbana, l'accesso alla cultura e ai media, l'ambiente e il clima.